Il Libro Bianco degli Stati Generali dell’Azione per il Clima, in prima pubblicazione a dicembre 2024, rappresenta sia il catalizzatore che il prodotto del percorso fin qui condotto dalle attiviste e dagli attivisti italiani per il clima. Si tratta di un documento che raccoglie e sviluppa le proposte emerse dal dialogo tra decine di organizzazioni e singoli cittadini, rivolgendosi direttamente alla politica con l’obiettivo di tracciare una strada concreta per la transizione ecologica del nostro paese al 2030.
È un atto di responsabilità e visione: con le sue 33 proposte, il Libro Bianco sintetizza un’idea di futuro che unisce energia, educazione, mobilità, alimentazione, risorse naturali e giustizia sociale. Non si limita a tracciare un piano per la transizione ecologica dell’Italia al 2030, ma ribadisce che costruire questo futuro significa ripensare il nostro modo di vivere, produrre e soprattutto di governare, in un’ottica di equità e inclusività.
Il percorso degli Stati Generali ha portato alla stesura di 87 proposte iniziali, elaborate in diversi tavoli tematici.
Da queste iniziali, le proposte sono state sottoposte a un processo di selezione partecipata, in cui la maggioranza dellə aderentə ha indicato quelle più rilevanti. Abbiamo voluto dare spazio a riflessioni collettive che hanno permesso di segnalare proposte considerate problematiche, insufficientemente ambiziose o non coerenti con gli obiettivi dichiarati dalla collettività.
Attraverso questa combinazione di dibattito democratico e approfondimento tecnico, le proposte finali sono state poi verificate e perfezionate con il contributo di altri esperti e studiosi dei vari settori. Questo processo ha garantito rigore scientifico, coerenza e rappresentatività, portando alla stesura definitiva del documento, che raccoglie le 33 proposte più significative per affrontare le priorità emerse durante il dibattito.
Il metodo adottato, definito approccio post-normale, riconosce la complessità delle sfide climatiche e promuove la collaborazione tra scienze, istituzioni e società. Ispirandosi a organismi come l’IPCC e lo Stockholm Resilience Centre, il documento bilancia pragmatismo e rigore scientifico, costruendo strategie che rispettano i limiti planetari e favoriscono la giustizia intergenerazionale.
Il Libro Bianco è suddiviso in sei sezioni principali, ognuna dedicata a un tema strategico per affrontare la transizione ecologica e la crisi climatica: sistemi naturali e territorio, mobilità, educazione e formazione, sistemi agroalimentari, e giustizia sociale e modelli economici, energie. Ogni proposta ha una struttura che analizza il contesto e le criticità relative al tema affrontato e descrive soluzioni praticabili basate su dati e conoscenze aggiornate.
Il suolo, le risorse idriche e gli ecosistemi naturali sono sotto pressione a causa di un uso eccessivo, della frammentazione e degli effetti del cambiamento climatico. Sebbene l’Italia abbia avviato strategie importanti, come il Testo Unico su Foreste e Filiere Forestali e la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), permangono ritardi nell’implementazione di politiche integrate per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale.
Siamo su un terreno instabile
Le foreste italiane sono particolarmente vulnerabili, con solo il 20% della superficie boscata coperta da una pianificazione forestale. Questa situazione le rende più esposte a incendi, eventi estremi e perdita di biodiversità (e.g.: Vaia e il bostrico). Un altro problema critico è il consumo di suolo, che in Italia continua a crescere a un ritmo insostenibile. Ogni anno vengono sottratte risorse non rinnovabili essenziali per la biodiversità e la mitigazione climatica, senza adeguati interventi di ripristino.
Acqua, Clima e Salute: per una gestione integrata e sostenibile della risorsa idrica
Migliorare la sicurezza idrica per le comunità e gli ecosistemi e promuovere una gestione integrata delle risorse idriche per mitigare i rischi legati alla scarsità e all’eccesso.
Pianificazione e gestione forestale attiva per boschi più resilienti e multifunzionali
Incrementare la pianificazione forestale, promuovendo una gestione forestale sostenibile e la prevenzione degli incendi.
Nuove strategie per le Aree Interne
Rafforzare la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), con strategie territoriali che includano welfare, servizi essenziali e presidi per l’adattamento.
Politiche per un turismo sostenibile
Destagionalizzare i flussi e valorizzare il patrimonio culturale con investimenti per il turismo vincolato alla sostenibilità ambientale e climatica.
Investire nella biodiversità per rispondere al cambiamento climatico
Creare reti ecologiche, promuovere il ripristino degli ecosistemi e integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche locali e nazionali.
Piano per fermare il consumo di suolo
Approvare una legge nazionale per arrestare il consumo di suolo, favorendo il riutilizzo di aree già urbanizzate e garantendo città più verdi e vivibili.
In Italia, il sistema della mobilità è altamente frammentato e squilibrato. Sebbene la rete ferroviaria sia una delle più sviluppate d’Europa, il trasporto su strada rimane il principale mezzo per persone e merci, con conseguenze negative per traffico, sicurezza stradale e inquinamento atmosferico. La dipendenza dalle automobili private è amplificata dalla scarsità di alternative efficienti come mezzi pubblici, tram e ferrovie locali.
Dobbiamo cambiare marcia
Il modello attuale è dominato dal trasporto privato, con un forte impatto su inquinamento, qualità della vita e accessibilità. Le aree urbane soffrono di congestione stradale e mancanza di spazi per la mobilità attiva, mentre le aree rurali sono penalizzate da una scarsa capillarità dei mezzi pubblici. La dipendenza dall’automobile privata genera anche problemi sociali, limitando la mobilità delle persone con disabilità o di coloro che non possono permettersi un veicolo.
Città 30: le città sono abitate da persone
Promuovere città con limite di velocità a 30 km/h per ridurre gli incidenti, migliorare la qualità della vita e incentivare l’uso di mezzi alternativi.
Spostarsi e viaggiare vicino a casa
Modernizzare e ampliare tram, metropolitane e ferrovie locali, estendendo la copertura alle zone rurali e migliorando la frequenza dei servizi.
Priorità alle infrastrutture per il trasporto sostenibile
Ridurre i fondi per opere dannose come nuove autostrade e aeroporti, liberando risorse per investire nel trasporto pubblico locale favorendo il trasporto su rotaia di persone e merci.
Infrastrutture leggere per la mobilità attiva
Garantire sicurezza, Sviluppare velostazioni e Rendere i mezzi pubblici accessibili a persone con mobilità ridotta e promuovere soluzioni di trasporto intermodale sicure ed efficienti.
Prezzi calmierati per i mezzi pubblici
Incentivare l’uso del trasporto pubblico, rendendolo preferibile all’auto per tutte le persone, garantendo continuità, qualità e accessibilità del servizio.
Il sistema educativo italiano non riesce ancora a fornire le competenze necessarie per affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali. I curricula scolastici e delle università rimangono frammentati, poco aggiornati e raramente affrontano la complessità della crisi ecologica.
Inoltre, la diffusione della disinformazione ambientale mina la capacità dei cittadini di distinguere i dati scientifici dalle narrazioni manipolate, ostacolando il progresso verso una società più consapevole.
Maleducazione climatica
L’assenza di indicatori chiari per misurare la sostenibilità nelle istituzioni educative e la scarsa governance rendono difficile attuare cambiamenti strutturali. Inoltre, i giovani studenti, pur essendo al centro delle mobilitazioni climatiche, spesso non hanno strumenti pratici per trasformare le loro conoscenze in azioni concrete.
Per una riforma dei curricula scolastici nel senso dell’Ecologia integrale
Formare cittadini consapevoli e responsabili con programmi scolastici trasversali tra ecologia, tecnologia, economia e impatto sociale
Formare i docenti alla transizione ecologica
Implementare programmi di formazione continua per gli insegnanti, fornendo strumenti e conoscenze per affrontare le tematiche ambientali e climatiche in classe.
La scuola sostenibile si misura
Creare un sistema di indicatori chiari per valutare la sostenibilità delle scuole, incentivando buone pratiche e riducendo sprechi e inefficienze.
L’empowerment degli studenti come chiave per il cambiamento
Coinvolgere attivamente gli studenti in progetti pratici e laboratori di cittadinanza attiva per stimolare il senso di responsabilità e azione.
Per una riforma in chiave ecologica dell’università
Integrare la sostenibilità nei corsi universitari e promuovere ricerca applicata per la transizione ecologica, trasformando le università in hub di innovazione climatica.
Contrastare la disinformazione ambientale: un approccio basato sulla verità e la giustizia climatica
Lanciare campagne mediatiche e educative per combattere le fake news ambientali, sviluppando strumenti digitali e piattaforme verificate per una corretta informazione sul clima.
Nonostante i passi avanti nelle politiche agroecologiche, il modello agricolo dominante rimane legato a pratiche intensive che impoveriscono il suolo, aumentano le emissioni di gas serra e mettono sotto pressione le risorse idriche e naturali. È necessario un cambiamento radicale per promuovere la sostenibilità, ridurre lo spreco alimentare e valorizzare il legame tra territorio, produttori e consumatori.
L’infertilità del sistema
Le criticità principali includono una distribuzione iniqua dei sussidi agricoli, che privilegia le grandi aziende rispetto ai piccoli produttori, e l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi, responsabili di un’elevata impronta ecologica. Inoltre, la mancanza di trasparenza lungo la filiera alimentare, gli sprechi alimentari e la scarsa valorizzazione dei prodotti locali contribuiscono a perpetuare un sistema insostenibile. La crescente domanda di cibo sano e sostenibile richiede interventi mirati per garantire un equilibrio tra giustizia sociale, salute pubblica e tutela ambientale.
Riforma della Grande Distribuzione
Introdurre norme per garantire maggiore trasparenza nella GDO, per ridurre pratiche commerciali sleali e valorizzare la sostenibilità a favore della riduzione degli sprechi e il coinvolgimento dei consumatori.
L’agroecologia per tutti
Sostenere finanziariamente e favorire i produttori che adottano pratiche agroecologiche. Strutturare i programmi educativi nelle scuole e università, integrando l’agroecologia nelle politiche agricole nazionali.
Re-direzionare i sussidi agricoli verso sistemi alimentari agroecologici
Ridurre gradualmente i sussidi dannosi e aumentare gli incentivi per pratiche e tecnologie ambientalmente rispettose .
Transizione agroecologica degli allevamenti intensivi
Sostenere finanziariamente la riconversione degli allevamenti intensivi verso modelli agroecologici, stabilendo nei territori limiti alla densità di bestiame per ettaro e migliorando il benessere animale.
Cibo buono e cibo sano: per delle food policies locali
Promuovere strategie alimentari locali che rafforzino il legame con il territorio, attraverso Consigli del Cibo, mercati locali e programmi educativi per sensibilizzare le persone sulla sostenibilità alimentare.
Disuguaglianze persistenti, povertà energetica e crisi di legittimazione democratica. Il sistema economico attuale, profondamente influenzato dalla globalizzazione e dall’industrializzazione, ha contribuito a un aumento delle disuguaglianze territoriali e sociali, specialmente nelle aree interne e nel Sud del Paese. E le emergenze climatiche ed ecologiche aggravano ulteriormente queste problematiche, colpendo in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili e marginalizzate.
Ingiustizia economica e sociale
Le politiche pubbliche attuali spesso mancano di strumenti efficaci per ridurre le disparità economiche e garantire una partecipazione democratica più inclusiva. La povertà energetica e le disuguaglianze nell’accesso ai servizi essenziali sono particolarmente critiche e ostacolano il progresso verso modelli economici resilienti. Inoltre, la mancanza di trasparenza nei fondi destinati alla transizione ecologica genera sfiducia e limita il potenziale di un cambiamento globale.
Fondo Italiano per il Clima e Fondo Loss and Damage
Rafforzare la trasparenza e l’efficienza dei fondi climatici nazionali e internazionali, assicurando che siano utilizzati per progetti in linea con gli obiettivi globali al 2030 e 2050.
Recepimento della direttiva CSDDD in Italia
Adattare la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) al contesto italiano, rafforzando gli obblighi in materia climatica e ambientale per le grandi imprese e le istituzioni finanziarie.
Verso il Fondo Riparazione
Una tassazione progressiva sugli extraprofitti e sugli immobili di lusso per istituire un fondo nazionale per compensare i danni e le perdite causati dagli eventi climatici estremi.
Co-costruzione delle politiche climatiche attraverso la democrazia deliberativa
Creare un quadro normativo per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali, attraverso assemblee deliberative e meccanismi di democrazia partecipativa.
Accesso alla cittadinanza
Riformare la legge sulla cittadinanza per includere principi come lo Ius Soli e lo Ius Culturae, riducendo i tempi burocratici e favorendo l’inclusione sociale delle persone con background migratorio.
La sezione sulle energie descrive un panorama in cui l’Italia è ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili, responsabili di oltre l’80% delle emissioni nazionali di gas serra. L’assordante mancanza di un piano strategico che riguardi un’adeguata implementazione delle fonti rinnovabili nel PNIEC palesa come il Piano non sia all’altezza degli impegni presi in sede europea e internazionale in ambito energetico mentre l’attuale transizione energetica italiana procede ancora troppo lentamente. Le difficoltà derivano da ostacoli normativi, e resistenze locali, con politiche come la Direttiva RED III (Renewable Energy Directive III) che attendono ancora un completo recepimento.
Traguardi lontani
L’Italia dovrebbe raggiungere il 45% del fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili entro il 2030, secondo gli obiettivi UE. Tuttavia, con l’attuale ritmo di crescita, questi traguardi rischiano di rimanere fuori portata. Accelerare l’espansione delle rinnovabili è quindi fondamentale per garantire indipendenza energetica, riduzione dei costi e rispetto degli obiettivi internazionali.
Accelerazione dell’installazione di nuove fonti energetiche rinnovabili
Promuovere l’emancipazione dai combustibili fossili attraverso l’armonizzazione della normativa sulle rinnovabili per ridurre i tempi e incrementare la capacità installata a vantaggio delle comunità ospitanti.
Interessi Zero per il Clima
Introdurre finanziamenti agevolati e una piattaforma online per aiutare le persone a rimuovere il gas dalle loro abitazioni e rendere gli interventi per la transizione energetica più giusti e accessibili.
Pianifichiamo le filiere del futuro
Sviluppare una strategia industriale a supporto della transizione energetica in grado di garantire occupazione di qualità.
Aiutiamo gli imprenditori a fare la transizione
Garantire competitività a chi investe nella decarbonizzazione tramite un prezzo certo e progressivo alla CO2, distribuendo i proventi alle persone per ridurre la povertà energetica.
Metrica anti-greenwashing
Adozione di standard trasparenti e verificabili nei piani governativi per valutare e garantire il reale impatto ambientale ed economico di ogni investimento pubblico.
Eliminazione progressiva degli incentivi destinati ad auto e furgoni
Riduzione graduale dei sussidi per veicoli privati a combustibili fossili, incentivando invece la diffusione di veicoli elettrici attraverso infrastrutture di ricarica e opzioni di noleggio accessibili.
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Il Libro Bianco è pensato come un unico documento che racconta e descrive una visione di futuro e alcuni degli step per muoversi in quella direzione.
Tuttə possono fare parte di questo cambiamento. Tu puoi cominciare a farlo sottoscrivendo con noi le proposte del Libro Bianco.